L’investimento sulla sanità è cruciale per la sopravvivenza di milioni di persone
Intervista al Professor WALTER RICCIARDI dell’Università Cattolica di Roma

A colloquio con Walter Ricciardi Professore d’Igiene e Medicina Preventiva dell’Università Cattolica di Roma, consigliere scientifico del Ministro Speranza durante l’emergenza COVID e Direttore OsservaSalute.
Le malattie non trasmissibili rappresentano l’80% delle malattie in Europa e fra le principali cause di disabilita`,cattivo stato di salute, morte prematura, con importanti conseguenze sul piano sociale ed economico.
Si è così. Dobbiamo continuare a gestire il grande carico di malattie cronico degenerative. Si affaccia però in maniera più rilevante il peso delle malattie infettive nel loro decorso, soprattutto nelle conseguenze, in particolar modo dell’antimicrobico-resistenza. L’investimento sulla sanità è cruciale per la sopravvivenza di milioni di persone. Se trascurata lasciando al libero mercato la dinamica assistenziale faremo perdere a milioni di persone l’opportunità di una qualità e quantità della vita adeguata.
Tra i fattori che influenzano la salute umana, un ruolo di primo piano e` rivestito dall’ambiente. Una salute pubblica e ambientale adeguata, e acque balneari di qualità` eccellente, possono diventare un’importante risorsa.
Sì, la salute umana oggi si è capito, dopo tanti anni è strettamente legata alla salute animale, alla salute ambientale. È un concetto di One Health o ancora meglio di salute planetaria. Non ci potrà essere salute umana adeguata senza curare quella ambientale e animale. Quello che sta succedendo con il cambiamento climatico, con questi eventi estremi e il sintomo di una malattia che avevamo denunciato da vent’anni. Dobbiamo cambiare, strada cercando di gestire queste tre saluti, umana animale e planetaria contemporaneamente.
La drastica riduzione dei servizi di salute pubblica dedicati alla gestione della pandemia hanno sottratto risorse ad altri settori, come quello della salute mentale, tema di fatto non esplicitamente trattato anche dal Pnrr.
Quello della salute mentale è un grave problema. Argomento sottostimato e sottovalutato. L’OMS l’ha messo al primo posto perché di fatto, oltre una pandemia virale, abbiamo avuto una pandemia economica, con tutta l’attenzione del caso, ma c’è stata anche una pandemia di salute mentale non adeguatamente trattata. Dare risposte concrete attraverso gli investimenti ancora scarsi su questo tema.
Elemento critico per la sostenibilità della sanità pubblica riguarda la carenza di personale sanitario, la demografia di questa categoria testimonia che l’età media dei lavoratori è molto alta.
La carenza di personale sanitario è un problema per l’Italia. L’età media supera i cinquant’anni, record assoluto in Europa. C’è una differenza però all’interno, tra medici e infermieri, per i medici c’è una cattiva distribuzione nelle specialità, anche se il numero è di per sé sufficiente. Per gli infermieri, invece, il numero è assolutamente insufficiente. Vanno evitati gli errori del passato, aumentare i posti a medicina, non è quella la risposta. Bisogna invece programmare adeguatamente la formazione primaria, specialistica. Per gli infermieri vanno create le condizioni perché ridiventi attrattiva nei confronti dei giovani che non si iscrivono più all’università. L’offerta professionale e poco attraente per vari motivi, tra cui le remunerazioni non certamente all’altezza della complessità della professione.
In Italia secondo l’ultimo bollettino del Ministero della Salute ci sono state 190.080 vittime dall’inizio della pandemia. Il Covid potrebbe tornare in futuro?
Tornerà sicuramente con la stagione autunnale invernale, come tornerà l’influenza, con tutte le malattie respiratorie. Non credo produrrà più quegli effetti emergenziali di una volta, perché le immunità raggiunta o artificialmente con la vaccinazione o naturalmente con l’infezione sono in grado di prevenire numeri e pressioni sui sistemi sanitari avute durante la pandemia. Ciò non toglie che rimarrà un grave problema di sanità pubblica per le persone fragili, non vaccinate oltre alle migliaia di persone afflitte dal “long covid”, cioè una volta preso il covid, non riescono a ritornare in condizioni di salute soddisfacenti.