Più telemedicina meno liste d’attesa per un miglioramento dell’assistenza
Questa trasformazione permetterebbe inoltre la riduzione dei costi legati alle ospedalizzazioni

Conquiste del Lavoro – Anno 2023 – 18 Marzo
La Missione 6 del PNRR, mira a rafforzare la prevenzione e l’assistenza sul territorio, attraverso l’ammodernamento delle dotazioni tecnologiche del SSN. In particolar modo prevede il potenziamento e lo sviluppo della telemedicina. Gli investimenti previsti, riguardano ingenti fondi dedicati alla trasformazione digitale, garantendo un servizio di maggiore qualità per i pazienti. Tale trasformazione permetterebbe di assicurarsi numerosi vantaggi, quali la riduzione delle liste di attesa ed i costi legati alle ospedalizzazioni. ‘Nel confronto tra il 2022 e gli anni pregressi della pandemia, emerge un’inequivocabile barriera all’accesso costituita dalle lunghe liste di attesa, che nel 2022 diventa il motivo più frequente (il 4,2% della popolazione), a fronte di una riduzione della quota di chi rinuncia per motivi economici (3,2%). Rispetto al 2019 aumenta soprattutto la quota di persone che dichiara di aver pagato interamente a sue spese visite specialistiche e accertamenti diagnostici’. Così Cristina Freguja, direttrice della Direzione centrale per le statistiche sociali e il welfare dell’Istat durante un’audizione tenutasi ieri 8 marzo in Commissione Affari Sociali e Sanità riguardo l’indagine conoscitiva sulla sanità integrativa. La telemedicina, anche come strumento di riduzione dei divari geografici e territoriali. La possibilità per esempio, di collegare la residenza del paziente con l’ambiente sanitario, rappresenterebbe un miglioramento dell’assistenza, attraverso un monitoraggio e controllo costante della salute. L’attivazione della Piattaforma Nazionale di Telemedicina prevista per il 2026, è tra gli obiettivi principali con un progetto per regione/PA e il raggiungimento di 200.000 persone assistite con la telemedicina. Va ricordato, che la telemedicina non può essere considerata un qualcosa di diverso e separato (né dal punto di vista clinico-organizzativo né da quello tecnologico) rispetto ai processi relativi alle prestazioni in presenza, come anche sottolineato dal D.M. 22 maggio 2022, n. 77 “le prestazioni di telemedicina non sostituiscono completamente le prestazioni assistenziali tradizionali, ma le integrano per migliorarne efficacia, efficienza, appropriatezza e sostenibilità”. Occorrono, in conclusione, iniziative volte a superare la diffidenza dei pazienti, favorendo il coinvolgimento delle associazioni, anche al fine di migliorare la facilità d’uso dei programmi e delle app. Infine, tener conto degli aspetti interni all’organizzazione, evitando la frammentazione dei dati dei pazienti fra applicazioni diverse e non collegate fra loro, presente nella maggior parte dei sistemi informativi sanitari (oltre l’80%). Tutto, per non vanificare il requisito di vedere la prestazione telemedicina, come “integrante e complementare” rispetto alle prestazioni in presenza, consentendo di seguire il paziente nell’una o nell’altra modalità, assicurando la coerenza e l’integrazione del processo di cura.