Invecchiamento attivo: impatto e prospettive future nella popolazione italiana

Conquiste del Lavoro – Anno 2024 – 13 Gennaio
L’ Italia si distingue come uno dei Paesi più longevi d’Europa, pur presentando il più basso tasso di natalità. Occupa il quinto posto a livello mondiale per aspettativa di vita media di 84,01 anni ( 81,90 per gli uomini e 85,97 per le donne), seguendo Hong Kong, Giappone e Svizzera secondo uno studio condotto dal network sanitario statunitense ‘ NiceRx’. Tuttavia, la spesa sanitaria italiana risulta notevolmente inferiore rispetto ad altri Paesi occidentali, attestandosi al 15 º posto secondo gli ultimi dati Ocse. Corrisponde al 9% del Prodotto interno lordo, pari a 2.614 dollari, mentre la media Ocse raggiunge i 2.824 dollari. Questo scarto evidenzia disparità nella qualità dell’invecchiamento tra gli italiani, con alcune regioni che mostrano un declino delle condizioni di salute degli over 65 e un’offerta di cure mediche nettamente differente rispetto ad altre zone del Paese. La longevità può rappresentare una preziosa risorsa. È questo l’obiettivo investigativo di AGE- IT, un progetto di ricerca promosso dall’Università di Firenze e finanziato dalla Commissione europea nel contesto del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Coinvolgendo un vasto partenariato formato da 27 attori tra università, centri di ricerca, industrie, enti e organizzazioni, l’iniziativa si propone di analizzare le principali sfide connesse al crescente peso demografico della popolazione anziana a livello nazionale. ‘ Il programma intende offrire risposte concrete alla società riguardo alle implicazioni dell’invecchiamento, coinvolgendo oltre 350 ricercatori, di cui 50 affiliati all’Università Cattolica. Quest’ultimo ateneo è focalizzato su quattro ambiti specifici: clinici, psicosociali, economici e, recentemente, sull’impiego delle nuove tecnologie nella gestione dell’invecchiamento. Alessandro Rosina, demografo presso l’Università Cattolica, identifica questa fase come ‘ invecchiamento attivo’. ‘ I cosiddetti ‘ longennials’ vivono una rivoluzione qualitativa senza precedenti rispetto a quella dei loro genitori e nonni. Hanno notevoli opportunità di godere di buona salute, essere attivi e utilizzare le nuove tecnologie. Il loro impatto sulla società potrebbe essere significativo, se compreso e sfruttato appieno’. Il programma AGE- It, supportato da un finanziamento che supera i 114 milioni di euro, è previsto concludersi nel 2026. ‘ Il nostro obiettivo è lasciare un’eredità di rilievo per l’Italia, potenzialmente equiparabile al National Institute on Ageing degli Stati Uniti, un istituto di studio e pianificazione sull’invecchiamento,’ afferma Lucifora nel concludere. L’intenzione è quella di creare un ente simile, dedicato allo studio dell’invecchiamento e alla formulazione di strategie e politiche specifiche per affrontare le sfide connesse a questo fenomeno sociale in continua crescita. Un simile istituto potrebbe fornire contributi chiave per garantire un invecchiamento sano e attivo all’interno della società italiana.