SANITA’ ITALIANA: FUTURO OPACO

Conquiste del Lavoro MAGAZINE – Anno 2024 – 12 Dicembre
La Manovra di bilancio 2025 ha acceso un acceso dibattito riguardo alla sanità pubblica, sollevando sia apprezzamenti che critiche su un settore cruciale, specialmente dopo l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia. In questo contesto, la recente audizione del Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, presso la Commissione Bilancio ha portato alcuni chiarimenti: la manovra prevede un incremento del finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), che dovrebbe passare dai 136,5 miliardi di euro del 2025 ai 141 miliardi nel 2027. Tuttavia, secondo il Ministro, il livello di finanziamento aumenterà annualmente in linea con l’inflazione, registrando un incremento medio annuo dell’1,9%. Giorgetti ha sottolineato come questo stanziamento sia in linea con il tasso di crescita programmato per la spesa pubblica, confermando che l’incremento garantirà almeno la tenuta dell’attuale livello di servizi. In questo contesto, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha annunciato che sono al vaglio della Commissione Bilancio della Camera proposte per aumentare l’indennità di specificità del personale sanitario pubblico e per ridurre l’impatto della norma sui prezzi dei farmaci, sottolineando l’impegno del Governo verso il personale sanitario. Nonostante queste dichiarazioni, alcuni attori chiave nel settore sanitario esprimono perplessità sulle misure proposte, portando alla luce aspetti critici e proposte alternative in grado di rispondere alle necessità di un ssn in sofferenza. Le riserve più forti provengono dalla Fondazione Gimbe, che ha manifestato preoccupazione per il trend di riduzione della spesa sanitaria in percentuale rispetto al PIL. La Fondazione evidenzia che la quota destinata al FSN scenderà dal 6,12% del PIL nel 2024 al 5,7% entro il 2029, un livello giudicato insufficiente a sostenere un SSN già sotto pressione. Si stima un fabbisogno di oltre 29 miliardi per il periodo 2025-2030, a fronte dei soli 10,2 miliardi stanziati, lasciando un gap di quasi 19 miliardi. Questo disavanzo rischia di pesare sulle Regioni, costringendole a ridurre i servizi o aumentare le imposte regionali per coprire il deficit. Anche la Corte dei Conti ha espresso perplessità sulla capacità della manovra di rendere il settore sanitario più attrattivo per nuovi professionisti. Nonostante i fondi per le indennità e gli incentivi, la Corte evidenzia come tali misure siano inadeguate a fermare l’emorragia di medici e infermieri, soprattutto in aree critiche come il pronto soccorso. Inoltre, la Corte segnala una mancanza di pianificazione strutturale per le assunzioni, il potenziamento della sanità integrativa e l’effettiva sostenibilità del sistema sanitario pubblico. I sindacati di medici e infermieri, Anaao Assomed e Federazione Nazionale Infermieri (FNOPI), sottolineano l’inadeguatezza delle risorse previste per il personale sanitario. L’Anaao Assomed ha criticato i fondi per la dirigenza medica, definiti “briciole”, insufficienti a invertire la tendenza di abbandono dal SSN. La FNOPI, pur accogliendo l’aumento dell’indennità di specificità per gli infermieri, ha evidenziato la necessità di ulteriori misure, come la detassazione delle indennità al 15% e l’estensione a tutti i contesti critici, come il pronto soccorso. Interventi ritenuti essenziali per motivare il personale e attrarre nuovi professionisti in un settore caratterizzato da carichi di lavoro sempre più pesanti. Di fronte alla scarsità di risorse, la Fondazione Gimbe suggerisce alcune strategie innovative per rifinanziare il SSN, ispirandosi a un recente report dell’OCSE. Tra le proposte più rilevanti spicca l’introduzione delle “sin taxes” (tasse di scopo), applicate a prodotti dannosi per la salute come tabacco, alcol, bevande zuccherate e giochi d’azzardo. Imposte mirate a raccogliere fondi per la sanità, e promuovere comportamenti più sani, contribuendo a ridurre l’incidenza di malattie croniche. Altre proposte includono una tassa sui redditi milionari e sugli extra-profitti delle multinazionali, che consentirebbe di raccogliere risorse senza gravare sui redditi medi e bassi. Secondo la Fondazione Gimbe, è cruciale avviare un piano straordinario di assunzioni già dal 2025 per affrontare le gravi carenze di personale, specialmente nei reparti di emergenza. La proposta include l’eliminazione dei tetti di spesa per il personale sanitario, ritenuti un ostacolo alla competitività del SSN rispetto al settore privato. Incentivi economici per le specializzazioni meno ambite, come anestesia, geriatria e pronto soccorso, potrebbero contribuire a colmare i vuoti in questi settori e garantire una copertura adeguata su tutto il territorio nazionale. Un altro punto centrale è l’urgenza di aggiornare il PSN e introdurre un Decreto specifico per le liste d’attesa, ormai insostenibili per molti cittadini, costretti sempre più a rivolgersi al settore privato, creando un divario nell’accesso ai servizi sanitari. Un coordinamento nazionale potrebbe migliorare l’efficienza del SSN, riducendo tempi di attesa, garantendo un accesso equo e tempestivo alle cure. La Manovra 2025 contiene alcuni interventi positivi, ma restano diverse criticità che, secondo esperti e operatori del settore, rischiano di compromettere la tenuta del sistema sanitario pubblico. Le proposte avanzate dalla Fondazione Gimbe, sindacati e FNOPI, unite ai rilievi della Corte dei Conti, convergono sulla necessità di una riforma strutturale per garantire un finanziamento adeguato e sostenibile alla sanità. Il governo riconsideri le priorità della manovra, includendo misure che assicurino il rafforzamento del SSN: un piano di assunzioni stabile, il superamento dei tetti di spesa, incentivi per le specializzazioni meno richieste e l’introduzione di sin taxes rappresentano proposte concrete per migliorare la sostenibilità del sistema. Una sanità pubblica forte e accessibile a tutti è alla base di una società più giusta, capace di rispondere alle sfide del futuro con coesione e resilienza.