Young caregiver: I rischi del prendersi cura

Conquiste del Lavoro – Anno 2023 – 4 Novembre
Il contesto italiano secondo i dati Istat 2020 evidenzia che sono 391.000 i bambini e i giovani adulti (15-24 anni) con compiti di cura e assistenza, corrispondenti al 6,6% dell’intera popolazione (dato raddoppiato dal 2015). Si chiamano young carers e sono le ragazze e i ragazzi, in alcuni casi anche bambini, che si prendono cura assiduamente di un altro familiare come un genitore, un fratello o una sorella, una nonna o un nonno. Il carico di responsabilità decisamente elevato che solitamente viene affidato ad un adulto ricade sulle spalle di adolescenti e preadolescenti con una serie di conseguenze sul piano psicologico e sociale. Così Margherita si raccontava in una testimonianza pubblicata sul sito del progetto europeo Me-We, dedicato ai giovani caregivers. “Credo che gli insegnanti debbano essere preparati a cosa significa avere giovani caregiver tra i propri studenti, sapere come approcciarsi a loro e apprendere da essi segnali a cui prestare attenzione. Se i miei insegnanti fossero stati preparati, penso che avrebbero potuto capire che qualcosa nella mia vita non andava; che i miei ritardi non erano dovuti a pigrizia e che cambiare tre scuole in tre anni era un motivo sufficientemente allarmante per prestarmi un po’ più di attenzione. Si tratta di un fenomeno invisibile e difficile da indagare che spesso viene intercettato nel momento in cui i ragazzi, a causa del loro carico di cura si trovano loro stessi in una situazione problematica, rischiando sia dal punto di vista della loro stessa salute sia compromettendo il percorso scolastico/professionale. “Questi ragazzi hanno la percezione di essere diversi dai loro coetanei per la diversità dei problemi che vivono e poiché tengono nascoste queste fatiche non riescono nemmeno a esplicitare domande di aiuto”. “Quando a scuola non ci si accorge della situazione, subentra la percezione di essere soli ad affrontare tutto il carico e ne conseguono problemi di rendimento scolastico fino ad arrivare in alcuni casi all’abbandono dello studio o alla sua completa marginalizzazione”. Questi i commenti di alcuni sociologi dell’Università Cattolica, Donatella Bramanti e Letizia Bosoni, i quali hanno condotto delle ricerche sui giovani caregivers. Giovani che vivono responsabilità e solitudini che nei casi più gravi portano con sé problemi di salute mentale. L’impatto sulla scuola si traduce a cascata in ostacoli nell’accesso all’universi tà ad opportunità lavorative di qualità e di sviluppo di vita autonoma. Bisogna agire in ottica preventiva nei riguardi di ragazzi invisibili che vengono intercettati ancora troppo tardi, solo quando il problema esplode. Bene in tal senso l’iniziativa dei ministri per le Disabilità, Locatelli e del Lavoro e delle politiche sociali, Calderone, con l’istituzione del Tavolo tecnico per l’analisi e la definizione di elementi utili per una legge statale sui caregiver familiari, speriamo ci sia anche attenzione ai giovani che vivono queste realtà.