Spiritualità in corsia: il ruolo della fede nel benessere dei sanitari

La storia di Don Nunzio Currao assistente spirituale della Fondazione Gemelli di Roma
In un’epoca di trasformazioni profonde nel mondo del lavoro, il tema del benessere professionale e umano emerge con forza, soprattutto in quei contesti dove le sfide quotidiane mettono alla prova non solo le capacità tecniche, ma anche la resistenza emotiva e spirituale. È il caso del personale sanitario, una categoria che, più di altre, affronta turni estenuanti, una scarsa valorizzazione economica e sociale, e una pressione psicologica costante. In questo scenario, il benessere spirituale diventa un elemento cruciale per mantenere l’equilibrio e la motivazione, come sottolinea il lavoro di Don Nunzio Currao, Assistente pastorale dell’Università Cattolica di Roma e del personale della Fondazione Gemelli. Da anni, Don Nunzio Currao percorre i corridoi del Policlinico Universitario Agostino Gemelli, uno dei più importanti centri della sanità italiana. Il suo compito non è solo quello di assistere spiritualmente i pazienti e le loro famiglie, ma anche di offrire un supporto fondamentale ai medici, agli infermieri e a tutto il personale sanitario che opera in questa struttura. “Lavorare in un ambiente sanitario può essere estremamente bello, soprattutto per chi fa questo tipo di scelta”, afferma Don Nunzio. Tuttavia, non esita a riconoscere le difficoltà: “È estremamente stressante, impegnativo, non solo fisicamente ma anche emotivamente, e persino spiritualmente.” La missione è fornire sostegno a chi, ogni giorno, si confronta con la malattia, la sofferenza e, aggiungiamo noi, all’ingiustizia di un lavoro sottopagato e poco riconosciuto. Avere un supporto spirituale, aiuta non solo a trovare un senso più profondo nel proprio impegno, ma anche a preservare l’equilibrio interiore di fronte alle sfide più dure. Questo non significa solo pregare o cercare conforto religioso, ma vivere la spiritualità come un vero strumento di resilienza. Nel Policlinico Gemelli, la dimensione spirituale non è considerata un aspetto marginale, ma parte integrante della missione dell’ospedale, come diritto fondamentale che ogni professionista sanitario ha il dovere di coltivare per sé e per gli altri. Spiritualità caratterizzata dall’approccio olistico del fondatore padre Agostino Gemelli, che considerava l’individuo nella sua totalità: corpo, mente e spirito e da altre importantissime figure ispiratrici- spiega Don Nunzio – come San Giovanni Paolo II e Papa Francesco. Il primo che con la sua fede profonda e forza spirituale, anche nelle sofferenze, durante i suoi dieci ricoveri al Policlinico Gemelli, ha lasciato un’impronta indelebile, ricordando l’importanza della preghiera e della fede come risorse vitali nelle difficoltà. Il secondo, Papa Francesco, anche lui durante uno dei suoi ricoveri ha indicato “ricordo, passione e conforto” come elementi chiave per nutrire la spiritualità, importanti fonti di ispirazione per il personale sanitario e i pazienti. Spiritualità, che si esprime nei gesti concreti: ascoltare un collega in difficoltà, dedicare più tempo a un paziente che soffre, trattare ogni persona con la dignità che merita. Nella profonda comprensione delle difficoltà del personale sanitario, sottoposto a stress e sacrifici quotidiani, il sacerdote invita a cercare sostegno per affrontare le sfide del lavoro e mantenere il senso della propria missione. Un lavoro che evidenzia l’importanza del benessere spirituale, fondamentale in un contesto lavorativo fatto di sacrifici, difficoltà e ingiustizie, rendendolo un diritto necessario per chi opera in sanità.