Pnrr e Dottrina Sociale dellaChiesa

Via Po Economia – Conquiste del Lavoro – Anno 2023 – 17 Maggio
A colloquio con Don Luigi Maria Epicoco
Docente alla Pontificia Università Lateranense e all’ISSR “Fides et ratio” dell’Aquila. Editorialista dell’Osservatore Romano, Don Luigi Maria Epicoco è anche stimato scrittore molto seguito sui social.
Don Luigi, nel testo “la scelta di Enea”, racconta della fuga da Troia in fiamme di Enea, con il vecchio padre Anchise sulle spalle. È terribile quando un anziano si percepisce d’impedimento. Il Pnrr interviene a favore di anziani, fragilità e non autosufficienza.
Ne sono molto felice. La civiltà di una nazione non la si misura dalla semplice crescita economica ma dalla capacità di saper mettere al centro la persona, specie quando essa mostra fragilità. In un sistema antropologico basato sulla produzione è difficile restare umani perché si esiste nella misura in cui si è in grado di produrre. Quando si smette di essere produttivi si diventa invisibili e un peso per la società. Bisogna mettere in crisi una simile cultura e ritornare a costruire scelte che abbiano al centro la persona.
Sant’Agostino diceva: “non c’è Pasqua senza Venerdì Santo” quasi ad indicarci che è quella della crisi la via che porta ai cambiamenti. L’uomo ha un bisogno tremendo di essere ascoltato. Le istituzioni europee e nazionali praticano questo insegnamento nel post pandemia?
Non ho elementi per dire che questo stia accadendo, ma li ho per dire che il “tremendo bisogno di ascolto” si manifesta con miriadi di disagi psicologici che emergono di più negli ultimi anni. Anche in questo caso l’ascolto non è solo raccogliere delle informazioni, ma saper leggere i dati senza mai sganciarli dai volti concreti delle persone. Durante la pandemia siamo stati abituati a leggere i dati dei decessi, dei contagi. Lo sforzo è ricordare che dietro ad ogni numero c’è una persona quindi un mondo intero. Politiche di ascolto si realizzano quando non si perde il contatto con la gente concreta e si ragiona a partire da questo legame.
Nel suo ultimo lavoro “Le affidabili” si parla del ruolo delle donne nella Bibbia, definite centrali e non marginali, “fondali” nella storia della salvezza. Sulle disuguaglianze di genere l’Italia rimane ancora in una posizione estremamente svantaggiata.
Parità non è avere le stesse cose degli altri ma essere presi sul serio nella propria diversità e unicità. Il mondo femminile è un mondo che non può più essere considerato di serie B, e la mia dicitura di “fondale” non vuole dire marginale ma fondante. Se togliessimo le donne dalla società non avremmo più nulla di affidabile su cui fondare il nostro stare insieme. È grazie a molte di loro e alcune scelte contro corrente che hanno aiutato il paese a crescere. Ma ha ragione nel dire che è ancora troppo poco lo spazio riservato ad esse. Non se ne viene fuori con le “quote rosa”; le donne non hanno bisogno di vie preferenziali, ma di essere valorizzate per ciò che già valgono. Fintanto che necessiteremo di quote rosa per non vedere un’egemonia totalmente maschile, saremo ancora lontani dalla meta.
Nonostante pochi finanziamenti in Italia, nel pnrr l’investimento in istruzione e formazione rimane la leva più efficace per ridurre disuguaglianze e favorire la valorizzazione dei talenti.
Senza istruzione non si ha un popolo ma una massa. E le masse sono sempre manovrabili. La libertà cresce assieme all’istruzione. Bisogna impegnarsi nel difenderla, creando i presupposti affinché tutti possano avere strumenti e opportunità. Sarebbe bello unire a questo impegno una riflessione a livello architettonico: gli spazi sono un aiuto affinché ciò che accade dentro sia davvero efficace. CI sono scuole e università che deprimono al solo sguardo, eppure siamo l’Italia, uno dei paesi più belli al mondo. Abbiamo smesso di produrre bellezza? Anche questo mi sembra necessario.