In attesa di sanità: rimangono lunghi i tempi per prenotare una visita o un esame

Conquiste del Lavoro – Anno 2023 – 14 Ottobre
La sanità italiana fa i conti con i ritardi accumulati negli anni della pandemia e il risultato è sotto gli occhi di tutti. Le liste d’attesa si allungano e prenotare una visita o un esame nel pubblico può diventare davvero molto complicato. La ‘fotografia’ emerge da una recente analisi sulle liste d’atte sa in sanità, condotta da Cittadinanzattiva in alcune Regioni. Un’indagine sui tempi d’attesa in sanità per 6 diverse tipologie di visite specialistiche ed esami diagnostici (visita cardiologica, ginecologica, pneumologica, oncologica, ecografia addominale, mammografia) in 12 grandi Asl di quattro Regioni: Lazio, Emilia Romagna, Liguria e Puglia. In Emilia Romagna molte situazioni positive, ma anche un picco negativo per la visita pneumologica nell’Ausl di Reggio Emilia, dove le tempistiche vengono rispettate solo nel 39% dei casi, o nella Ausl di Bologna dove i tempi di attesa per la visita cardiologica sono rispettati nel 57% dei casi. In Liguria troviamo una serie di picchi negativi: per una visita cardiologica con priorità D (entro 30 gg), nell’AS Ligure 1 Imperia si registrano tempi di attesa pari a 159 giorni; per una mammografia con priorità P (da svolgere entro 120 gg), nell’AS Ligure 5 Spezzino si arriva addirittura ad attendere 253 giorni. In Puglia dati molto negativi nella Asl di Lecce, nessuna visita pneumologica con priorità D è garantita entro i 30 giorni previsti. nell’Asl di Bari soltanto il 9,38% delle visite ginecologiche con priorità B e il 14,39% delle ecografie complete all’ad dome sempre con priorità B, sono garantite entro i 10 giorni previsti. Nel Lazio la situazione si registrano alcune criticità: per un’ecografia addominale completa con priorità B (da eseguire entro 10 gg), nell’Asl Roma 4 i tempi di attesa sono rispettati solo nel 18,2% dei casi; per una visita cardiologica con priorità D (entro 60 gg), nell’A sl di Viterbo si registrano tempi di attesa rispettati nel 47,2% dei casi. Situazione migliore nell’Asl Roma 1, dove si registrano comunque criticità per la visita pneumologica e l’eco grafia addominale, entrambe con priorità P (entro 120 gg), dove i tempi sono rispettati nel 61,6% e nel 58,6% dei casi. Allarmante il quadro della Campania, dove il numero di prestazioni erogate nel canale pubblico è inferiore, per tutti gli esami e le visite monitorate, a quelle erogate in intramoenia, e questo vale presso tutte le Aziende ospedaliere. Alcuni dati particolarmente negativi all’Ospedale Cardarelli di Napoli dove sono state eseguite 1.255 visite ortopediche in intramoenia mentre nel pubblico 112; all’Ospedale dei Colli, nessun eco addome è stato somministrato nel pubblico, ne sono stati fatti 111 in intramoenia. Il problema mai risolto delle liste d’attesa dimostra che i finanziamenti servono eccome ma determinante è saperli spendere. Necessario il monitoraggio costante da parte degli organi istituzionali, ma soprattutto occorre maggiore responsabilità e capacità delle Regioni nel moltiplicare gli sforzi e garanzia del diritto alla salute.