FSE e PNRR : un fascicolo digitale nazionale per rendere fruibile la documentazione sanitaria

Conquiste del Lavoro – Anno 2023 – 8 Luglio
La pandemia ha permesso di far emergere le differenze sul territorio italiano, spesso causate da un’inadeguata integrazione ospedale- territorio. La componente M6C2 del Pnrr prevede investimenti per la digitalizzazione degli ospedali, il rafforzamento del fascicolo sanitario elettronico e dei sistemi di raccolta e analisi dei dati con l’obiettivo migliorativo in termini di utilizzo del FSE. L’obiettivo finale è che almeno l’ 85% dei medici alimentino il fascicolo con il patient summary ( profilo sanitario sintetico). La raccolta dei dati dei FSE e dei sistemi in- formativi sanitari e il loro trasferimento al Nuovo Sistema Informativo Sanitario ( NSIS) potrà alimentare uno strumento predittivo in grado di indirizzare o facilitare la definizione di politiche sanitarie. Il FSE contiene documenti di eventi sanitari, il PNRR prevede anche un investimento a livello digitale locale. Tutte le regioni hanno attivato il FS e, quattro ( Campania, Abruzzo, Calabria e Sicilia) sono in regime di sussidiarietà e usano i servizi messi a disposizione dall’Infrastruttura Nazionale di Interoperabilità ( INI) del MEF. Grazie al decreto rilancio ( d. l. n. 34/ 2020), è stato eliminato il consenso all’alimentazione, e ad oggi risultano aperti più di 57 milioni di FSE. L’utente può dare il consenso alla consultazione a terzi, cioè ai professionisti sanitari, può vedere i suoi dati sanitari se in grado di accedere al proprio FSE. I referti di laboratorio biomedico e il profilo sanitario sintetico sono stati i primi documenti ad essere regolamentati nel 2015 per essere inseriti nel Fascicolo. Purtroppo altri documenti presenti nell’FSE, non sono omogenei a livello nazionale e molti fascicoli sono praticamente vuoti in quanto contengono solo le ricette dematerializzate. C’è da constatare all’in terno della categoria dei professionisti sanitari un ampio digital divide abbastanza ampio che influenza lo scarso uso del digitale tra gli addetti ai lavori. Il divario digitale ( in inglese digital divide) è la separazione esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione ( in particolare personal computer e Internet) e chi ne è escluso, in modo parziale o totale. Tra i motivi di esclusione: condizioni economiche, livello d’istruzione, qualità delle infrastrutture, differenze di età o di sesso, provenienza geografica. Come conseguenza di analisi errate del digital divide se il dato elementare è stato raccolto male. Nasce così il concetto di un FSE nativo digitale, adottato da tutti operatori ed erogatori e assistiti, i cui dati devono poter essere utilizzati dal medico per finalità di cura anche attraverso servizi che ne facilitino la lettura trasversale nel tempo. Il tema della privacy è centrale nel trattamento dei dati sanitari quando sono utilizzati per finalità diverse dalla cura, quindi ricerca e governo. In questi casi i dati individuali devono essere pseudononimizzati, cioè perdere l’identificazione specifica della persona.