Provare a vivere come se Dio ci fosse
Intervista a Mauro Mazza, ex direttore Rai1 e attuale commissario per la Fiera del libro di Francoforte

Conquiste del Lavoro – Anno 2024 – 10 Agosto
Mauro Mazza, giornalista professionista, saggista, scrittore di numerosi libri e manager televisivo. Ex Vicedirettore TG1, Direttore TG2, Direttore Rai1 e Rai Sport, attuale Commissario straordinario nominato dal Governo per la partecipazione dell’Italia che sarà ospite d’onore alla Buchmesse di Francoforte 2024.
Dottor Mazza, la sua esperienza dirigenziale in Rai è stata lunga e significativa. Riprendendo il titolo del libro-intervista a Biagio Agnes, ‘Tv, moglie, amante e compagna’, tre parole che racchiudono il senso di ciò che la RAI ha rappresentato per gli italiani. Quale futuro della televisione pubblica e quali sfide ritiene più rilevanti nel prossimo decennio.
La sfida più immediata è la nascita di un ‘terzo polo’ dopo la campagna acquisti di Nove. Sembra un remake di quanto avvenne negli anni ’80 quando Berlusconi strappò a Viale Mazzini Mike Bongiorno. La Rai è sopravvissuta allo shock della perdita del monopolio, sopravviverà anche a questa novità.
Qualche anno fa ospite a Domenica In, raccontò la difficile esperienza con il Covid, descrivendosi come un paziente “insopportabile”, ma esprimendo profonda gratitudine verso il personale medico-sanitario. Carenza di personale, abbandono della professione, contesto a dir poco complicato. Quali le prospettive per il nostro sistema salute.
Effettivamente a distanza di tre anni oggi sorrido pensando ai “capricci” che facevo da malato, credo fosse anche l’effetto prolungato dei farmaci che mi avevano sedato per poter essere curato al meglio. Oggi davvero la sanità è una delle questioni prioritarie. I progressi della medicina allungano la vita media che pretende però maggiori attenzioni in età avanzata. Carenza di personale, stipendi inadeguati, sprechi di risorse e medicina di base da rivedere completamente. Le liste d’attesa sono la conseguenza di un sistema che va profondamente cambiato.
Nel suo ultimo libro ‘Lo stivale e il Cupolone’, esplora a suo dire la fine del legame speciale tra l’Italia e il Vaticano. Ritiene che questa crisi sia irreversibile o esiste la possibilità di un ritorno a quella ‘eccezione italiana’ di cui parlava San Giovanni Paolo II?
Ho usato l’immagine di una “coppia in crisi” per presentare lo stato dei rapporti attuali tra Italia e Vaticano. Sappiamo che dalle crisi se ne può anche uscire, persino più forti. Monsignor Cavina, parlando del mio libro, ha riconosciuto le difficoltà ma ha anche detto che “con la fede si può superare tutto”. Io, più laicamente, dico che per tornare a quell’eccezione vada scelta la strada opposta a quella attualmente in voga in Europa: anziché provare a vivere come se Dio non ci fosse, proviamo a vivere come se Dio ci fosse. Come diceva il cardinale Newman ora Santo, è una scommessa più sicura e saggia!
Nel suo ormai celebre post sui social “Vi consiglio un libro”, lei ha fornito numerosi spunti di lettura ai suoi follower. Se dovesse consigliare un libro a Mauro Mazza, quale sceglierebbe e per quale motivo?
“Mi” consiglio – e quindi “vi” consiglio – il libro di un intellettuale “inattuale” come Giovanni Papini: “La storia di Cristo”. Al di là di alcuni aspetti sgradevoli, vale la pena rileggerlo per apprezzare una “penna arrabbiata” che mette a nudo il suo travaglio interiore verso una conversione clamorosa al cattolicesimo di un ateo incallito. Un approdo che è una soluzione ad una crisi esplicitata nel suo precedente “Un uomo finito”. In quel testo si può ammirare la passione del neo convertito e la tensione del letterato che sognò sempre di scrivere il libro del secolo. Uno stimolo a non accontentarsi e a non chiudere le porte alle sorprese più imponderabili che ci riserva la vita, come avvenne per Papini con la fede.