Ragazzi prigionieri dei social: boom di giovani isolati, il rischio di una crisi invisibile

Conquiste del Lavoro – Anno 2025 – 8 Febbraio
In Italia, il fenomeno dei cosiddetti “lupi solitari” tra gli adolescenti è in allarmante crescita: negli ultimi tre anni, la percentuale è passata dal 15% al 39,4%, ossia quasi due ragazzi su cinque. La principale causa individuata dagli studiosi è l’iperconnessione, ovvero la sovraesposizione ai social media, che sta progressivamente sostituendo le interazioni umane reali. Il rischio più grave? Il passaggio da una condizione di isolamento parziale a una forma estrema di ritiro sociale, quella degli hikikomori, adolescenti che non solo evitano gli amici, ma si auto-recludono nelle proprie stanze, distaccandosi completamente dal mondo esterno. A lanciare l’allarme è una ricerca pubblicata su Scientific Reports e condotta dal gruppo di ricerca MUSA dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del CNR di Roma, in collaborazione con l’ISTAT. L’indagine, basata su dati raccolti tra il 2019 e il 2022 su campioni nazionali di oltre 7.500 adolescenti tra i 14 e i 19 anni, evidenzia un trend preoccupante: il numero degli hikikomori è quasi raddoppiato dopo la pandemia, passando dal 5,6% al 9,7%. Secondo i ricercatori, diversi fattori concorrono all’aumento dell’isolamento sociale tra i giovani. Fattori, che erodono l’autostima e generano un senso di inadeguatezza nelle interazioni sociali con i coetanei. Il rischio, è che il fenomeno si espanda ulteriormente, arrivando a un punto di non ritorno. Il termine hikikomori nasce in Giappone negli anni ‘70 per descrivere giovani che si isolano completamente dal mondo esterno, senza contatti con amici, scuola o famiglia. Inizialmente considerato un fenomeno culturale legato alla società giapponese, oggi è una problematica diffusa in tutto il mondo, compresa l’Ita lia. L’elemento più preoccupante è che, secondo la ricerca del CNR, molti “lupi solitari” italiani si stanno avvicinando proprio a questa condizione. L’obbligo scolastico fino ai 16 anni rappresenta per ora un argine, ma cosa accadrà dopo? Inoltre, l’arrivo dell’Intelligenza Artificiale potrebbe esacerbare il problema. Sempre più giovani interagiscono con chatbot avanzati e assistenti virtuali, trovando in essi un rifugio più sicuro rispetto alle relazioni umane. Per prevenire l’espansione del fenomeno è necessario insegnare ai ragazzi (e agli adulti) un uso consapevole della tecnologia per evitare un’iperconnessione nociva. Potenziare le figure di aiuto nelle scuole per intercettare i segnali di isolamento e intervenire tempestivamente, rafforzando le relazioni familiari favorendo inoltre attività sportive e sociali. Infine i genitori e gli insegnanti devono essere preparati a gestire questa trasformazione sociale, senza lasciare i giovani in balia della tecnologia. La sfida per il futuro è complessa e urgente. Il mondo vive una trasformazione sociale senza precedenti, in cui le relazioni umane rischiano di diventare sempre più virtuali e distaccate. Riusciremo a trovare un equilibrio prima che una generazione intera si perda nell’isolamento?